AGI - Gravissima intimidazione a Sigfrido Ranucci: poco dopo le 22 di ieri sera una bomba è deflagrata sotto l'abitazione del giornalista e conduttore di Report a Pomezia, alle porte di Roma, distruggendo la sua auto e danneggiando quella della figlia che era parcheggiata accanto.
L'attentato è avvenuto in località Campo Ascolano: l'ordigno rudimentale con un chilo di esplosivo era nascosto tra due vasi esterni, tra la vettura e il cancello della casa, e ha causato due esplosioni in rapida sequenza.
Un'autovettura rubata è stata trovata dagli investigatori nei pressi dell'abitazione del giornalista RAI Sigfrido Ranucci dove, questa notte, è stato compiuto un atto incendiario contro la sua vettura e quella di sua figlia. Secondo quanto si apprende, un passante avrebbe, inoltre, visto un uomo incappucciato ieri sera nella zona di viale Po, a Pomezia, a poca distanza dall'abitazione del conduttore di Report e avrebbe riferito la circostanza agli inquirenti. In base ai primi risultati delle indagini, sembrerebbe che chi ha posizionato l'ordigno rudimentale abbia seguito gli spostamenti del giornalista e il percorso seguito per rientrare nella villetta.
Ranucci: "chi ha messo ordigno conosce le mie abitudini"
"All'inizio molto ingenuamente ho pensato che fosse esplosa la bombola di gas della macchina, poi abbiamo visto che l'esplosione era davanti e presentava la presenza di un ordigno". A raccontarlo è stato Sigfrido Ranucci, ospite stasera de 'Il cavallo e la torre' su Rai3. "Da giornalista - ha proseguito - la parte più stimolante è fare un'inchiesta su questo episodio, le dinamiche sono secondo me abbastanza significative".
Gli inquirenti "hanno scoperto all'istante - ha aggiunto - che era un ordigno rudimentale, presente un chilo di esplosivo, probabilmente polvere pirica" e "l'innesco era stato fatto in maniera temporanea, quindi fatto all'istante: questo significa chi lo ha fatto esplodere aveva presumibilmente monitorato il fatto che non c'era nessuno", ma "il sottotitolo - ha osservato Ranucci - di tutta questa vicenda è che chi ha posto quell'ordigno conosce le mie abitudini, perché io mancavo da 4 giorni da casa e il fatto che avesse aspettato quel momento dopo 40 minuti che ero rientrato e che avesse posto la bomba proprio sotto il posto dove io passo sostanzialmente, significa che conosce le mie abitudini e ci dà il senso che può colpire in qualsiasi momento".
A chi gli ha chiesto perché stamane abbia parlato di "salto di qualità", Ranucci ha risposto spiegando che "in questo ultimo anno, anno e mezzo, sono accaduti una serie di episodi, regolarmente denunciati all'Autorità giudiziaria: pedinamenti, minacce attraverso sms, e la scorta ha trovato proiettili di P38 nel cespuglio vicino a casa".
Quanto alla paura, "è un sentimento umano, è normale che ci sia, serve a salvare la vita tua e delle persone intorno. È stato bello sentire le dichiarazioni dei miei figli che hanno detto di essere orgogliosi di avere un padre del genere e io sono orgoglioso di loro", ha concluso Ranucci, sottolineando che domenica 26 ottobre "tornerà il solito 'Report'".
Il conduttore: "contro di me un preoccupante salto di qualità"
"Contro di me c'è stato un salto di qualità preoccupante”: Sigfrido Ranucci parla al telefono con l’AGI dopo quanto avvenuto questa notte e rivolge "un pensiero" ai carabinieri uccisi nell’esplosione del casolare nel Veronese.
“Sono tornato a casa dopo tre giorni. Questa notte alle 22.17 c’è stata una forte esplosione davanti a casa”, racconta. "L’ordigno rudimentale", spiega è esploso "proprio nel posto dove passo per entrare in casa. Il problema è che solo venti minuti prima ci era passata anche mia figlia”, osserva il giornalista.
Sull'episodio indaga l’Antimafia. Inquirenti e investigatori “stanno vagliando anche episodi del passato, di diversa natura, che non ho reso noti prima. Nello stesso posto dove è stato piazzato l’ordigno, in passato, trovai dei proiettili. C’è un salto di qualità preoccupante. E’ un segnale che chi ha commesso questo gesto conosce bene le mie abitudini. C’è qualcuno che sta osservando quello che faccio”, sottolinea.
“Il mio pensiero va ai carabinieri morti” nell’esplosione nel casolare a Castel D'Azzano, dice infine il conduttore di Report nella giornata dei funerali di Stato dei tre militari.
Già in passato il 64enne giornalista romano aveva subito minacce e intimidazioni per le sue inchieste. Nei giorni scorsi, tra l'altro, aveva anticipato i temi della nuova stagione su Rai3 che partirà il 26 ottobre, con inchieste che spazieranno dalle banche alla sanità.
Due auto distrutte
Dopo la deflagrazione, le due vetture sono state avvolte dalle fiamme. Il giornalista era rientrato da poco a casa e la figlia aveva parcheggiato la sua vettura ed era passata una mezz'ora prima: "L'esplosione avrebbe potuto ucciderla", ha detto Ranucci.
Indaga l'Antimafia
Sul posto sono intervenuti i carabinieri e gli investigatori della Digos, che hanno avviato i rilievi tecnici. I pm dell’Antimafia di Roma indagano sull'attentato dinamitardo, il fascicolo è in carico al sostituto procuratore della Dda di Roma, Carlo Villani. A coordinare il pool è il procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi.
Verbali secretati, ricostruito avvertimento
"I verbali sono stati secretati, ma abbiamo cercato di ricostruire possibili momenti dell'avvertimento che è arrivato ieri sera". Lo ha detto il giornalista della RAI Sigfrido Ranucci lasciando piazzale Clodio dopo aver parlato con i pm. Era dai tempi dell'attentato a Costanzo che non si verificava un atto del genere contro un giornalista, ha ricordato.
Preoccupa perché "è vero che si tratta di un ordigno rudimentale", ma era "stato posizionato dove sono rientrato" quindi "conosce le mie abitudini, perché lo ha messo in un punto dove passo solitamente", spiega. La Dda, "ovviamente ha cercato di capire la nostra attenzione - della squadra di Report -, sulla criminalità organizzata", aggiunge Ranucci.
La solidarietà bipartisan
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi ha subito "dato mandato di rafforzare misura a protezione" di Ranucci. Solidarietà è stata espressa da tutto il mondo politico, a partire dalle più alte cariche dello Stato, e anche dall'Ue.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha fatto pervenire al giornalista la sua solidarietà e la "severa condanna" per l'intimidazione.
La "più ferma condanna per il grave atto intimidatorio" è stata espressa anche dalla premier, Giorgia Meloni: "La libertà e l'indipendenza dell'informazione sono valori irrinunciabili delle nostre democrazie, che continueremo a difendere", ha assicurato.
Per la leader dem, Elly Schlein, "l'attentato a Ranucci è un attentato alla democrazia e alla libertà di informazione".
La Rai, "le intimidazioni non fermeranno l'informazione"
Il Cda della Rai ha espresso "massima e convinta solidarietà" a Ranucci: "Non saranno certo le intimidazioni a fermare il nostro dovere di informare e continuare a raccontare la realtà nella quale viviamo", ha assicurato.
"Ogni tentativo intimidatorio contro chi lavora per un'informazione libera e indipendente è un attacco allo stesso servizio pubblico", ha affermato l'ad, Giampaolo Rossi. Nel pomeriggio è stato organizzato un presidio Fnsi, Usigrai e Stampa Romana davanti alla sede Rai di via Teulada.